Stoccolma, la più suggestiva tra le capitali europee

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Stoccolma. Basta dare un’occhiata alle foto per aprire immediatamente un’altra finestra e cercare dei voli, magari a basso prezzo, che vi conduranno in una delle capitali europee più belle in assoluto. La città si suddivide tra 14 isole, collegate da 57 ponti, e racchiude in sè una quantità di mondi, antichi, moderni e naturali, che a dire la verità sono anche visitabili in modo molto semplice, veloce e pratico, anche se Stoccolma è di certo uno di quei posti in cui si torna e si ritorna, una città di cui ci si innamora, come Parigi o come Roma.

Da dove iniziare? Stoccolma è ricca di monumenti, parchi, quartieri suggestivi, musei ed è tutto raggiungibile in modo semplice e comodo, a piedi, anche se i maggiori tour operator consigliano vivamente di godersi i fantastici tour sull’acqua, in fondo, non avrebbe senso andare in una città composta da 14 isole e non farsi un giro in battello per ammirarla dall’acqua! Per vederla invece dall’alto, in tutto il suo splendore, il modo migliore è quello di salire sulla torre del Municipio, lo spettacolo vi lascerà senza fiato.

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La foresta pluviale e la fauna dei Caraibi

I Caraibi non sono soltanto mare e spiagge anche se, a dir la verità, la fama acquistata con gli anni in tutto il mondo, è legata principalmente a tali elementi naturali, assolutamente paradisiaci. Le catene montuose circostanti, ad esempio, sono ricoperte da una fitta e suggestiva foresta pluviale che trova terreno particolarmente fertile e che rappresenta, tra l’altro, l’habitat naturale più ricco del pianeta. Precipitazioni costanti e temperature da serra, poi, favoriscono lo sviluppo di specie vegetali quali le felci, le liane e il bambù. Spiccano, inoltre, i santinya, le piante di mogano, gli alberi della gomma e mahou. Nella parte montagnosa, ecco ancora una nutrita varietà di bromeliacee che si nutrono di aria e non è un modo di dire e le orchidee, senza contare che ad altitudini elevate si moltiplicano i licheni che brillano sotto la leggera pioggerellina o la rugiada mattutina.

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La Route 66, la “strada madre”

La chiamava così lo scrittore John Steinbeck, “la strada madre” ed è facile immaginare l’atmosfera romantica che riguardava la Route 66, quando rappresentava la “Terra Promessa” verso la tanta agognata California. Percorreva, infatti, ben 3860 chilometri da Chicago a Los Angeles e intorno ogni ristorante o motel aveva un design e un carattere ben definito. Nel 1984 però, ebbe termine la costruzione della I-40, trasformandola in una strada secondaria e non più nella nazionale highway dove i più restavano imbottigliati per ore, ma altrettanti la consideravano una via immersa nel verde e ricca di suggestioni.

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Oman, un Paese da scoprire ma non in estate

mare oman

Se volete scoprire l’Oman, ormai sempre più richiesto, sarebbe meglio evitare l’estate. Sarete anche abituati a sopportare le elevate temperature, ma il caldo torrido e il clima esagerato potrebbero davvero diventare intollerabili. Da non dimenticare che ci sono poi i monsoni nella zona di Salalah. Meglio prenotare, invece, nel periodo compreso tra ottobre e aprile, quando la colonnina di mercurio non supera i trenta gradi.

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Nicaragua, cosa vedere e consigli di viaggio

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Il passato del Nicaragua è recente e tormentato, ma oggi si avvia a diventare una destinazione turistica, in grado però di nascondere scorci selvaggi e affascinanti. Il clima è tropicale e al centro e sulla costa pacifica,  i mesi più secchi sono certamente dicembre e gennaio. Se, invece, scegliete la costa caraibica, il momento migliore, quello con il clima più asciutto va da marzo a maggio. Meglio evitare, invece, i mesi tra settembre e ottobre perché c’è il rischio di uragani.

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Sudan: consigli e curiosità su un luogo insolito

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Un viaggio insolito e questo è certo, per quei viaggiatori che sognano avventure e suggestioni e vogliono ritrovarsi lontano dalla folla e alla ricerca di paesaggi ancora selvaggi. Il Sudan è un luogo che offre diverse emozioni. Da queste parti, per esempio, si può fare snorkeling e immersioni nelle acque cristalline del Mar Rosso, se è il mare a mancarvi sin da subito. Non è ovviamente l’unica alternativa, in una terra davvero particolare.

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Bangkok: romantico tour lungo il Chao Phraya

bangkok tur sul fiume Bangkok mi somiglia in fondo ed è per questo che la amo e mi sento a casa. Impetuosa, piena di contraddizioni, frenetica, bisogna viverla sin dal proprio arrivo in aeroporto. C’è chi la odia e chi, irrimediabilmente, se ne innamora. Il traffico eccessivo, i movimentati quartieri notturni, la confusione di turisti che affollano i monumenti, però, si placano mentre osservi il fiume Chao Phraya, che regala il meglio della sua vista dalle rive o dall’alto di lussuosi alberghi come il moderno The Peninsula, dove ho cenato di recente o lo storico e impeccabile Shangri-La. Uno dei piaceri imperdibili per entrare nel cuore della città e percepirne il vero carattere, è quello di concedersi un giro in barca lungo il fiume, magari nel primo pomeriggio o di mattina presto.

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Tour del Sinai, partendo da Nuweiba

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Sulla costa del Golfo di Aqaba, un ottimo punto per iniziare a scoprire il Sinai è Nuweiba. L’area è divisa in due distretti e sorge a fianco di un promontorio. Il colore rossiccio della sabbia, gli scenari a perdita d’occhio, le acque cristalline: lo spettacolo è garantito, ma è sempre interessante restare qualche giorno in più e concedersi un tour alla scoperta degli scorci meno turistici e comuni.

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Racconti di viaggio: vivere con i Masai, nei pressi dello Tsavo East

Quando arrivi nel loro villaggio, frastornata da voci contrastanti che confermano o smentiscono la loro presenza in questa parte di Africa solo per “allietare” i turisti, ti rendi conto che, in fondo, che siano veri o no tali racconti metropolitani, quella dei Masai rimane la tribù simbolo di tutto il Kenya. Non ci sono regioni, ma solo gruppi etnici, molti dei quali ormai passano quasi del tutto inosservati perchè si vestono “all’occidentale” e, con il tempo, hanno assunto pure molti attegiamenti o preferenze europee. Come quella degli abiti griffati che, da queste parti sono un must: un dato curioso e al limite, se si pensa che in molti ancora adesso non possiedono le scarpe, vivono nella foresta e, quando sono fortunati guadagnano uno stipendio fisso che non supera i 150 euro mensili. I mezzi di trasporto, poi, sono superflui e c’è anche chi percorre quotidianamente moltissimi chilometri per giungere sul posto di lavoro. I Masai no, invece, perchè la loro vita e le loro tradizioni sono gelosamente conservate e tramandate di generazione in generazione e, del resto, è impossibile non riconoscerli con le tipiche stoffe rosse e blu e carichi, fino all’esagerazione di collane e monili di perline che preparano loro stessi. Si scorgono in città mentre comprano le pietre colorate da utilizzare e poi montate dalle donne, con un preciso valore simbolico che varia a seconda delle occasioni.

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