La Route 66, la “strada madre”

La chiamava così lo scrittore John Steinbeck, “la strada madre” ed è facile immaginare l’atmosfera romantica che riguardava la Route 66, quando rappresentava la “Terra Promessa” verso la tanta agognata California. Percorreva, infatti, ben 3860 chilometri da Chicago a Los Angeles e intorno ogni ristorante o motel aveva un design e un carattere ben definito. Nel 1984 però, ebbe termine la costruzione della I-40, trasformandola in una strada secondaria e non più nella nazionale highway dove i più restavano imbottigliati per ore, ma altrettanti la consideravano una via immersa nel verde e ricca di suggestioni.

La Route 66 si trova ancora oggi in Arizona e non sono cambiati neppure i mitici bar e caffè che gli automobilisti di qualche decennio fa amavano frequentare. Si passa quindi da lande oscure e da tratti trafficati, ma il paesaggio è sempre superbo e ricco di storia. Da non perdere, per chi ha tempo di attraversarla, ci sono le cavità delle Grand Canyon Caverns che si allargano nel sottosuolo appena fuori dal percorso, a nord- ovest di Seligman. Deviando, invece, a nord nella Indian Route 18 si arriva a Hulapai Hilltop, nella Havasupai Indian Reservation, con un sentiero che porta a delle splendide cascate e piscine naturali.

Dall’interno della riserva, poi, ci si può addentrare nel Grand Canyon o avvicinarsi ai belvedere circostanti. La strada non si allontana molto dal confine sud dei Grand Wash Cliffs, la bastionata che segna il limite inferiore del Grand Canyon a nord e raggiunge l’Hackberry General Store. Ecco, questo luogo merita una visita, perchè la fattoria ed ex distributore di benzina, è oggi ricca di auto d’epoca, cartelli e piccoli ricordi legati alla Route 66. Avanti, verso le Peacock Mountains, la strada giunge alle Hualapai Valley e a Kingman e, oltrepassando la Sacramento Valley, prosegue sulle Black Mountains e scende a Oatman, nella vecchia città mineraria. Dopo essere arrivata alla Mohave Valley, infine, incontra la I-40 poco distante dal Colorado.

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