Cosa non perdere in Scozia

La Scozia è nota per la varietà dei suoi paesaggi, oltre che per i suoi castelli e le pregevoli costruzioni. Dalle fertili pianure dei Borders agli arcipelaghi settentrionali, pochi gradi a sud del Circolo Polare Artico, infatti, è un piccolo gioiello praticamente unico in Gran Bretagna. A Glasgow ed Edimburgo non mancano attrazioni e appuntamenti dedicati al turista che vuole divertirsi e, insieme, rilassarsi. Nel nord-est, invece, sono presenti gli animali selvatici e a nord-ovest si notano montagne e tesori archeologici.Nelle isole occidentali, sono stati rinvenuti dei reperti che mostrano alcune tra le rocce più antiche della terra.Ecco sette luoghi scozzesi, che vi resteranno certamente nel cuore:

  • L’isola di Skye: presenta uno dei litorali più affascinanti di tutta la Scozia. Bella la Kilt Rock, il cui nome deriva da un indumento tipico locale e con una cascata spettacolare.
  • Le Trossachs: riguardano una serie di colline a segnare il confine tra le Highlands e le Lowlands. Al centro le foreste di Ben Venue spiccano attorno alle tranquille acque del Loch Achray.
  • Il Culzean Caste: si trova sulla sommità di un dirupo a picco sul Firth of Clyde, all’interno di un grande parco. Nella Scozia del sud, è considerato un piccolo paradiso ed è stato realizzato dall’architetto scozzese Robert Adam.
  • Il Royal Deeside: nei Grampians è legato alla corona inglese da quando la regina Vittoria acquistò Balmoral Castle nel 1852.
  • Edimburgo: capitale della Scozia è splendida. Notevoli il castello medievale e il Palazzo  dell’Holyroodhouse tra i quali si estende il Royal Mile, con edifici storici che spaziano dall’antico parlamento scozzese alla casa di John Knox.Nella New Town, invece, quasi tutte le abitazioni sono in stile georgiano.
  • La Burrel Collection: si trova come molti altri tesori dell’arte in un museo alla periferia sud di Glasgow. E’ una struttura in vetro, inaugurata nel 1983.
  • Le Cairngorms:coprono un’area ricca di fauna, assolutamente da vedere.

Fonte: Guida Scozia. Si ringrazia la casa editrice Mondadori

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