Le megattere dell’Atlantico: un microcosmo da scoprire

Le megattere dell’Atlantico, spettacolari con le loro evoluzioni acquatiche, sono diminuite in modo preoccupante negli ultimi decenni, soprattutto perché è iniziata una assurda caccia alla ricerca delle loro preziose carni e dell’olio che viene prodotto. Nel 1962, infatti, questa è diventata una specie protetta ed, attualmente, si calcola che in tale parte di Oceano vivano circa 12.000 esemplari, dei 30.000/60.000 che coprono l’intero mare, ma il numero rischia di essere in ribasso continuo. Come ogni tipo di balena, è a sangue caldo e può pesare fino a 50 tonnellate e raggiungere i 15 metri di lunghezza. Con il dorso color grigio cobalto e il ventre chiazzato di bianco, gli esemplari sono difficili da avvistare quanto affascinanti. Sarebbe indimenticabile riuscire a organizzare un viaggio avventuroso, proprio alla ricerca di tali esseri degli abissi ma ciò non è facile non solo per la loro posizione, ma anche per gli spostamenti che li interessano. In primavera, estate ed autunno, ad esempio, si trovano nelle acque settentrionali dell’Oceano, in tre gruppi principali. Uno si muove nel golfo del Maine e in Nuova  Scozia, uno al largo di Terranova e del Labrador e uno tra la Groenlandia e l’Islanda.

Non hanno denti, ma si nutrono di krill e banchi di pesce azzurro che intrappolano con movimenti a spirale, in grado di creare pericolose correnti che bloccano le prede. D’inverno, invece iniziano le migrazioni verso sud e alla volta di mete caraibiche. Le acque  da queste parti sono calde e poco profonde e possono accoppiarsi e partorire dopo una gestazione lunga dodici mesi.

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La più importante area di riproduzione e assistenza, è il Santuary for the Marine Mammals of the Dominican Republic, che opera dal 1986. A nove anni raggiungono la maturità e sorprendono particolarmente i maschi per la capacità di emettere suoni degni di un grande cantante lirico. Durante il corteggiamento, soprattutto, rimangono immobili e producono delle musiche particolari in grado di impressionare le femmine e anche chiunque le ascolti.

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Come comunicano le megattere

Utilizzano dei particolari gorgoglii, strida e gemiti e per loro è molto importante il linguaggio del corpo. I movimenti più spettacolari che compiono siamo abituati a vederli almeno nei documentari in tv. Le megattere, infatti, sono solite balzare fuori dall’acqua e rituffarsi con grande rumore e un numero alto di spruzzi. Battono pure la coda nell’acqua e per gli esperti questa gestualità ha un significato molto profondo.

Cosa mangiano le megattere

Non si può dire che consumino poco. Ogni esemplare, infatti, ha la necessità di mangiare circa una tonnellata di cibo al giorno.Questo è utile per immagazzinare grasso in abbondanza, indispensabile al digiuno invernale. A caccia le megattere vanno da sole o in gruppo e comunque preferiscono piccoli pesci o il krill. Per catturare le prede usano spesso la cosiddetta tecnica della schiuma. Nuotano,dunque, in superficie in cerchio e colpiscono l’acqua con le pinne. Ciò che creano muovendo l’acqua spaventa i pesci che si riuniscono verso l’alto e diventano facili da prendere. Quello,quindi, è il momento perfetto per le megattere per riemergere a portare a casa, o meglio in pancia, il bottino.

 

 

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