La “Vucciria” di Renato Guttuso e lo splendore di Palazzo Steri

Il Palazzo Chiaramonte, conosciuto come Steri, cioè palazzo fortificato, si trova in Piazza Marina a Palermo e costituisce uno dei luoghi simbolo dell’intera città, per bellezza e storia. All’interno di questo edificio splendido, che domina la zona e che rievoca al primo sguardo secoli di vicende che hanno interessato il capoluogo siciliano, sono custoditi ben sette secoli di arte della Trinacria. Fondato nel Trecento, non riporta soltanto oggetti del periodo ed è legato profondamente ai suoi fondatori, gli stessi Chiaromonte. Si possono, infatti, notare testimonianze legate alla stagione dei re aragonesi, a quella oscura dell’Inquisizione Spagnola, fino ad arrivare agli Anni Cinquanta del Novecento. In quella importante occasione, infatti, l’intera costruzione  fu interamente restaurata grazie all’intervento degli architetti Roberto Calandra e Carlo Scarpa. Attualmente è sede istituzionale dell’Università di Palermo.

La parola Steri, in verità, proviene dal francese “oster” e si può tradurre con il termine “dimora sontuosa” a ricordare con quanta cura e dovizia di particolari fosse stata prodotta a suo tempo e, oggi, si può dire che rappresenti un museo nel museo, in grado di dare lustro all’intera città. Gli eventi storici che hanno riguardato quest’isola sono rappresentati pure tra le sue mura, a cominciare dal soffitto Trecentesco della Sala Magna, grande duecentoquindici metri quadrati e considerato una vera e propria enciclopedia “medievale”. Trantadue sono, infatti, le narrazioni presenti. Ancora, di pregevole fattura sono i loggiati, i graffiti che ricordano le pene dei prigionieri dell’Inquisizione e di recente restaurati. Oggi, si trovano, infatti, nella cosiddetta Sala delle Armi.

Imperdibile, poi, la Sala delle Capriate, per non parlare del quadro “La Vucciria” di Renato Guttuso che qui ha trovato sede stabile. Si tratta del notissimo dipinto-icona che rappresenta uno dei mercati di Palermo e che l’artista ha dipinto con grande cura nel 1974 e che, successivamente, ha donato proprio all’Ateneo.

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Il capolavoro dell’artista bagherese è un dipinto che lui ha creato nel 1974. Si tratta di quello più famoso, di quello che ne ha reso il genio praticamente immortale, nonostante non sia stato l’unico. Quello che colpisce è il realismo che traspare, i momenti di vita vera e vissuta che si respirano ancora oggi all’interno dello storico mercato. Anche se chi lo osserva non è un pittore, insomma, ne percepisce le tante anime e scopre un volto di Palermo. I colori usati sono forti, a cominciare da quelli usati per mostrare le carni esposte tra i banchi e sembra di sentire le voci e le cantilene dei venditori ambulanti. La Vucciria, in generale, è pure un quartiere antico dopo tanti secoli di storia sono passati. Oggi turisti e cittadini non rinunciano a visitarlo per scoprirne profumi di prodotti tipici, a cominciare dalla frutta e dalla verdura fresca.

Chi era Renato Guttuso?

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Aldo Renato Guttuso, è nato a Bagheria e morto a Roma nel 1987 ed ha sempre dimostrato la sua inclinazione per la pittura. Del resto anche il padre aveva questo hobby e dall’età di tredici anni, cominciò a firmare i suoi quadri. Erano quasi sempre delle copie di famosi artisti contemporanei e francesi, ma fu quando iniziò a frequentare lo studio del futurista Pippo Rizzo e gli ambienti artistici palermitani che il suo nome iniziò a circolare.

 

 

 

 

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