L’India: in viaggio per conoscere la medicina ayurvedica

 

E’ una parola molto strana e deriva dal sanscrito con il relativo significato di “conoscenza per prolungare la vita”, Ayurveda. Oggi va sempre più di moda e sono in tanti ad affidarsi ai suoi reali benefici. Tale tipo di medicina olistica va sempre più forte anche fuori dai confini dell’India. Tanto che spesso curiosi o esperti di tali tipi di discipline si recano nel Paese per apprenderne il significato più profondo e, soprattutto, le tecniche più antiche. Risale a cinquemila anni fa e qui si pratica moltissimo, tanto che nelle grandi città, all’interno delle cliniche i medici ayurvedici trattano con la massima cura non solo i cittadini, ma anche qualunque straniero che voglia essere accudito secondo i più tradizionali dettami di tale forma, a metà tra scienza e storia.

Ci sono poi farmacie specializzate in preparazioni particolari che potranno vendervi pure articoli per  l’igiene personale, come saponi o dentifrici ma non solo. La regola fondamentale della medicina ayurvedica parte dal concetto di unità dell’io e della natura. Se in Occidente prima si rintraccia la malattia e poi si cura, in questo caso il paziente viene considerato nella sua interezza. Un disagio fisico o emotivo, è dato esclusivamente da uno squilibrio ed è questo che prima di tutto va messo a posto. In tal senso, il corpo è controllato da tre forze che riflettono quelle stesse che sono presenti all’interno dell’io.

C’è Pitta che è la forza del sole è calda e governa i processi digestivi e il metabolismo. Kapha è associata alla luna , in grado di creare le maree e il ritmo e governa i vari organi del corpo. Vata è il vento e comprende il movimento e il sistema nervoso. Il medico detto vaid,  per scoprire la causa del disturbo fisico indaga anche sull’ambiente familiare, sullo stile di vita, le abitudini quotidiani e la sfera emozionale. Il tutto viene trattato con rimedi erboristici preparati utilizzando ricette indigene.

Ayurveda: qualche curiosità

Nell’Ayurveda ci sono origini storiche e origini mitologiche. Nel secondo caso, c’è un legame molto stretto con la mitologia indiana. Si pensa nello specifico che questa pratica, sia direttamente risalente a Brahma, il creatore dell’universo. Sarebbe stato lui a donarlo a Daksa Prajapati e poi agli Asvi e ad Indra, il signore dei vedici.

Il processo qui sarebbe continuato, perché lui lo avrebbe passato ai suoi quattro discepoli. Si trattava di Bharadvaja, Atreya, Kasyapa e Dhanvantari. Una storia affascinante e, a tratti, complessa da ricordare che però ha contribuito alla crescita del mito.

A livello storico, invece, si dice che le sue origini siano davvero legate ai millenni passati. Persino al periodo precedente al ritrovamento di documenti scritti che ne certifichino la nascita. Molto probabilmente c’è stata una grande diffusione orale, mentre i primi documenti si possono far risalire al 450 a.C circa. Tra le descrizioni più antiche da tenere d’occhio, c’è quella di Faxian, un pellegrino buddhista giunto nel V secolo d.c A Pataliputra. Ha raccontato dell’esistenza di una sorta di sistema ospedaliero civico e questo fa pensare che sia stata l’India l’area dove l’Ayurveda è nata. In generale, comunque, è molto sviluppata in tutta l’Asia e, oggi, anche oltre.

 

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