Giappone, quando andare

In Giappone il periodo migliore per organizzare una vacanza va da marzo a maggio e da settembre a novembre. Nella maggior parte del Paese, infatti, il clima è di tipo mediterraneo-temperato. In primavera e in autunno, le temperature sono miti e piacevoli e piove molto poco. A giugno, invece, la situazione cambia e non manca la possibilità che giungano pure i tifoni. In estate, infine, ecco il caldo umido. Per arrivare in quest’angolo d’Oriente, basta essere in possesso del passaporto in corso di validità. All’atto dell’ingresso nel Paese, poi, il viaggiatore deve avere con sè anche il biglietto del ritorno. I cittadini italiani che restano in Giappone per motivi turistici e per meno di tre mesi, non hanno bisogno del visto. In più dal 2007, tutti i turisti in arrivo, se non vogliono essere rimpatriati, devono fornire allo sbarco, i propri dati biometrici, impronte digitali e fotografia facciale.

La lingua parlata è il giapponese, ma buona parte della popolazione conosce pure l’inglese. Per chiamare dall’Italia al Giapppne si deve comporre il prefisso 0081, mentre per il Belpaese, bisogna digitare lo 00139. Le mance in Giappone, come in Cina, non sono molto comuni per cui di rado vi capiterà di elargirle al personale che correrà in vostro aiuto o vi servirà al ristorante. In questi luoghi, inoltre, e anche nei grandi hotel e nei negozi importanti vengono accettate le carte di credito del circuito internazionale.

Per quel che riguarda, invece, il fuso orario, il Giappone si trova otto ore avanti rispetto all’Italia e si tratta di un luogo abbastanza sicuro, tanto che chi organizza un viaggio da queste parti non ha bisogno di sottoporsi ad alcuna vaccinazione. Tra le compagnie aeree che partono dall’Italia per l’Oriente, c’è ANA- All Nippon Airways con Lufthansa, partner della compagnia in Star Aliance, che vola su Tokio, via Monaco Di Baviera da Milano, Bologna, Firenze, Roma,, Napoli e altri aeroporti italiani.

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Giappone, qualche curiosità

L’arte in questo Paese è ciò che probabilmente più colpisce gli occidentali. Spesso è stata influenzata da varie correnti, tuttavia ha un suo fascino unico. Ogni cosa è permeata dalla filosofia zen, che promuove il cammino interiore che ognuno di noi deve intraprendere verso l’illuminazione. Non solo filosofia, però, il valore estetico è indiscusso. La ricerca della rappresentazione della bellezza è costante ed è espressa soprattutto con il segno, la forma e il gesto. La corrente artistica del mono-Ha in particolare, si è originata sul finire degli anni sessanta grazie ad un gruppo di artisti concentrati sull’aspetto effimero ed impermanente degli oggetti ed eventi in relazione con lo spazio. Un posto a parte lo meritano certamente le case tradizionali e le strutture dei templi con pavimenti rivestiti da particolari tappeti detti tatami ma anche pareti in legno, porte laccate, muri di argilla, soffitto a cassettoni, un tetto di tegole, muri di legno e gesso, oltre che porte scorrevoli. Queste ultime servono all’occorrenza a dividere gli spazi.

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Per quanto riguarda, poi, la pittura, invece, la fusione con quella occidentale ha dato vita al giapponismo, che si è sviluppato nel XIX secolo. Iniziato con la diffusione delle classiche stampe giapoonesi, proseguito con i manga, oggi si avvale molto anche dei videogiochi e dei progetti tecnologici.

 

 

 

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