Parco Nazionale dell’Asinara in primavera: il paradiso è in Sardegna

Chissà perchè la maggior parte dei turisti pensa che l’Asinara, un vero paradiso dove la natura trionfa libera dall’intervento della mano dell’uomo, sia una piccola isola in quel di Sardegna. Si tratta, invece, della seconda per dimensioni, dopo Sant’Antioco ma di certo la più importante a livello di tesori storici-culturali e, ovviamente, per la grande varietà di piante e fauna selvatica che la caratterizza. Il periodo migliore per godere del massimo spettacolo di quest’area protetta, di questo polmone verde che regala lustro all’Italia intera, è proprio la primavera, tra aprile e maggio, quando le principali varietà di flora sono fiorite e il blu cristallino delle acque fa da splendido contrasto con il celeste chiaro del cielo. Visitarla bene in un giorno è praticamente impossibile, ma nel giro di qualche ora è comunque meraviglioso scorgerne i tratti peculiari e innamorarsene.

Se volete organizzare una escursione in fuori strada, delle battute di trekking o delle visite guidate nel parco dell’Asinara, potete dare una occhiata al sito www.wildasinarapark.com o scrivere una mail a: [email protected]. L’area naturale è ricca di storia come ben si sa, soprattutto a livello recente, visto che è stata meta di espiazione di pene pesanti, diventando carcere di massima sicurezza e simbolo di luogo dove i più grandi malviventi scontavano i loro anni in vista raramente della libertà, primo fra tutti Totò Riina. Intorno ai suoi splendidi cespugli colorati hanno lavorato e vissuto personaggi di spicco della mafia e del terrorismo e trascorso dei giorni interi i più noti difensori dello stato.

Amministrativamente fa parte del comune di Porto Torres e sorge nella Sardegna nord-occidentale, separata dall’isola da uno stretto canale. Dal 2002 è diventata sede dell’omonimo parco nazionale, il cui simbolo è rappresentato dagli asinelli albini, di taglia ridotta e con occhi rosa-celesti, forse nati da accoppiamenti fra animali consanguinei che hanno portato via via alla nascita di una vera e propria specie di cui oggi ne sopravvivono un centinario o poco più. Incerta è l’origine del nome, ma si pensa possa derivare dal romano Sinuaria, trasformatasi glottologicamente nei secoli ne La Sinora e poi Asinara.

Zone di interesse all’Asinara

Sono tantissime e per questo esistono differenti itinerari che si possono seguire. Il territorio è diversificato così come le relative attrazioni. Si va dalle torri, ai castelli, alle spiagge, alle cale cittadine, tanto per citare qualche esempio. Ecco qualche peculiarità imperdibile:

  • Cala Sant’Andrea: si tratta di una spiaggia incastonata tra il granito locale, dove nidifica il gabbiano corso e importante dal punto di vista ornitologico. La zona però non è accessibile, in quanto altamente protetta.
  • Cala dei Ponzesi (Punta Sabina): molto famosa, anzi forse la più conosciuta del posto. Basta vederla per rendersi conto del perché di tanta notorietà. Le sue acque sono cristalline, la sabbia impalpabile e dietro c’è una fitta vegetazione.
  • Cala D’Arena: si trova a nord dell’isola, vicino a Punta Scorno ed è una zona famosa perché la sabbia è rosa. Non è facile avvicinarsi, perché l’accesso è interdetto e c’è la massima tutela ambientale.
  • Il castello dell’Asinara: si pensa sia stato fatto edificare dalla famiglia dei Malaspina e poi forse fu dimora del pirata Barba Rossa. La struttura è tutta costruita in granito.
  • L’ossario: è del 1936 e venne richiesto dal governo austriaco. Contiene i i resti di 7048 militari austroungarici, risalenti alle prima guerra mondiale.

foto di: Massimiliano Cinà

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