Danza del ventre o danza orientale? Viaggio nell’arte e nella cultura del Nord Africa

Qualcuno la chiama più “volgarmente” danza del ventre mentre chi ne conosce le varie influenze e il mix di movimenti sensuali che non coinvolgono solo la parte addominale ma anche braccia e gambe, preferisce ricordarla come “danza orientale”. Di sicuro non è mai una disciplina che passa inosservata ed è ipnotica quanto enigmatica. Leggende e miti sono legati a tale forma d’arte connessa in qualche modo anche alla fertilità e proveniente direttamente dal Medio Oriente.

Esprime armonia e integrazione tra energia femminile e maschile quella che un tempo veniva detta “danza dei sette veli”e non è praticata solo dalle donne soprattutto nelle sue zone di origine, ma pure dagli uomini. Un modo alternativo per creare un equilibrio fra il corpo e la mente, tra la natura e la realtà, fra il cuore e la mente e l’abbandono del velo indica l’allontanamento degli aspetti negativi e la voglia di abbracciare quelli, invece, positivi. In più ad ognuno dei 7 veli  corrisponde uno dei chakra, nella visione dei mistici orientali e specifici movimenti permettono di connettersi a tali forze profonde e di risvegliarle.

Trucco e costumi permettono alla danzatrice e anche allo spettatore di entrare in una particolare dimensione tra suoni e ritmo con una sensualità estrema. Se organizzate un viaggio in luoghi come la Tunisia o anche il Marocco, vi capiterà di poter assistere a qualche spettacolo ancora più affascinante di quelli che potete vedere in Italia, proprio perché in queste terre ha avuto origine tale disciplina. Un discorso a parte, poi, va fatto per l’Egitto dove qualunque occasione è buona per ballare seguendo questi ritmi suadenti. Sulle crociere che attraversano il Nilo, in alcuni locali specifici o a delle feste locali. Da queste parti alcune danzatrici che in passato hanno preso parte a film ed eventi di respiro internazionale sono diventate anche molto ricche.

Danza orientale: curiosità

  • Per diventare delle brave danzatrici non occorre immediatamente padroneggiare al meglio la tecnica. O per la precisione, anche nel corso del proprio studio è possibile comunque iniziare a creare delle performance impeccabili che rapiscano l’attenzione dello spettatore.
  • Mai sottovalutare l’abbigliamento. Questo perché sarà più facile apprendere i movimenti. In più, sentirsi bene con se stesse regala autostima ed avvicina maggiormente alla danza. Un modo di vestirsi distratto, invece, potrebbe distogliere l’attenzione durante la classica lezione.
  • Oggi ci sono versioni alternative della danza del ventre. Molto di moda va quella tribale, la Tribal Fusion Belly Dance e poi c’è pure la Metal Belly Dance. Si tratta della fusione tra heavy metal e danza orientale. E poi, non sono poche coloro che si stanno accostando alla Gothic Belly Dance. Chiaro che i costumi sono molto a tema e richiamano il tipo di disciplina, per cui può essere molto divertente anche preparare da sole gli abiti di scena
  • In scena, nell’immaginario collettivo si identifica il costume con quello degli spettacoli di cabaret, tipico del raqs sharqi classico. Non è del tutto vero, però. La moda che si è diffusa in questo senso in Occidente, non è completamente legata alla tradizione orientale. Più che altro si è sviluppata da noi nel giro di qualche anno.

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