Passaporti, come i ritardi influenzano il turismo

I ritardi nei passaporti hanno influenzato e stanno influenzando il turismo? La risposta è positiva. Ed è inutile far finta che non sia così a prescindere da quali siano le ragioni alla base del problema.

Caos passaporti, niente scuse

Fare i passaporti in Italia attualmente prende più tempo che attendere delle pubblicazioni di matrimonio. Se si è fortunati si ottiene appuntamento in tre mesi. La prassi è purtroppo statisticamente stabile intorno ai sei. Con tutto quel che ne consegue a livello organizzativo. Immaginate di dover programmare per filo e per segno una vacanza in un paese extraeuropeo. La carta d’identità valida per l’espatrio è ovviamente inutile.

Addurre come scusa la pandemia è davvero un po’ troppo arrivati al 2024. Certo non è stato un periodo facile e senza dubbio molti ingranaggi della burocrazia sono stati messi a dura prova. Ma possibile che sia stato così difficile rimettersi in pari? Possibile che servano davvero così tanti mesi per avere un appuntamento che possa far partire gli ingranaggi?

C’è chi in rete fa battute dicendo che conviene farsi schedare per qualsiasi motivo e portarsi dietro le fototessera per vedere se in questo modo sia possibile unire l’utile al dilettevole. Di certo questo ritardo negli appuntamenti per i passaporti non fa bene al comparto turistico. Il quale senza dubbio nell’ambito delle prenotazioni risente del problema.

Pensiamo semplicemente all’organizzazione dei viaggi. Come si può pretendere che venga organizzato un viaggio e pagato in anticipo se non si ha nemmeno la certezza della partenza? Questa mancanza ovviamente si riflette poi su diversi livelli nel settore. A partire dalle agenzie di viaggio fino ad arrivare all’inserviente dell’hotel che sarebbe stato prenotato.

Perdite per centinaia di milioni di euro

Insomma, è una intera catena che viene rallentata e in modo assolutamente arbitrario e inutile.  Le associazioni di settore parlano di una perdita nel biennio 2022-2023 di circa 300 milioni di euro basati sull’annullamento di 167 mila viaggi internazionali. E come sottolineano in molti non si può nemmeno chiamare in causa il fattore emergenza, visto che sono troppi mesi che la criticità permane senza che venga fatto davvero qualcosa.

E gli appelli al ministro della Giustizia, che dovrebbe collaborare alla risoluzione del problema, sembrano andare tutte a vuoto. In questo momento ci si muove già nell’organizzazione delle vacanze estive. Come regolarsi? Bisogna accettare di non riuscire a visitare luoghi fuori dall’Europa e lasciar perdere?

La risposta è ovviamente negativa. Il caos passaporti deve essere risolto in qualche modo. Essendo questo un documento basilare per i viaggi extraeuropei.

 

Lascia un commento