Alpi, crescono le vacanze sugli sci

Le Alpi sembrerebbero vivere una nuova primavera per quel che concerne le vacanze sugli sci. Anche al netto delle conseguenze sul territorio dei cambiamenti climatici e quindi di un meteo un po’ pazzerello.

Alpi riscoperte grazie allo sci

Non vogliamo dire che le vacanze sulle Alpi siano un settore di nicchia, tutt’altro. Di certo però, soprattutto negli ultimi anni, si sono rivelate una meta più esclusiva di altre, adatte a coloro che possono permettersi un approccio vacanziero di lusso. La montagna è una destinazione che piace molto, sia per quel che concerne lo sci, sia per quel che riguarda la vita in alta quota. Sia per quel che concerne le escursioni, sia per quel che riguarda l’enogastronomia.

In questa stagione invernale il turismo sciistico sembra aver ritrovato il suo vecchio splendore. E questo nonostante le scarse precipitazioni e le alte temperature registrate in alcuni momenti. Se molti hanno trovato divertente, specialmente al sud, andare in spiaggia in pieno febbraio senza morire di freddo, non lo è stato affatto in altri luoghi. Né in generale.

Temperature troppo alte sono sinonimo di cambiamenti climatici che rischiano di avere una grave influenza sulla nostra vita. Per quel che riguarda le Alpi, questo ha significato problemi sulle piste. E non solo in materia di intrattenimento turistico ma anche di potenziale pericolosità.

Appennini meno fortunati

Ad ogno modo, le recenti nevicate tra la fine di febbraio e marzo  hanno in parte ovviato alla “crisi” di neve delle settimane scorse, portando gli operatori di settore a far registrare prenotazioni che non si erano viste nei mesi scorsi. Le stazioni sciistiche alpine possono al momento contare su una saturazione online delle sistemazioni disponibili prenotate pari all’88%. Una percentuale che scende al 60% per quel che concerne le stazioni sciistiche degli Appennini.

Le quali non possono contare sulla stessa “fortuna” della zona alpina in quanto a neve. Come spiega Vittorio Messina, presidente di Assoturismo-Confesercenti all’Adnkronos, “al di là delle località dell’arco alpino che funzionano bene, ci sono gli Appennini che soffrono di più per il cambiamento climatico“.

Ragione per la quale, secondo l’esperto bisogna fare pace con l’idea che possa cambiare “la stagionalità delle località turistiche degli Appennini“. Un fattore questo che deve essere “affrontato perché il clou del turismo montano non può essere più essere relegato alla neve ma deve essere ampliata la stagionalità“.

Per il momento le Alpi sono quindi salve. Ma davanti a delle stagioni che non funzionano più come un volta, diventa necessario essere preparati. Anche a livello turistico.

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