Petra, la storia della perla di Giordania e di Jerash

E’ la città giordana scavata nella roccia, un mix spettacolare tra perfezione naturalistica e sapiente lavoro umano, con un risultato da lasciare a bocca aperta. Petra, oggi protetta dall’Unesco è diventata celebre negli ultimi decenni anche grazie al film Indiana Jones e l’ultima crociata, ma i turisti in continuo aumento apprezzano i colori delle pareti che l’attraversano e camminano quasi per un chilometro a piedi lungo la gola creata da angoli rocciosi alti fino a duecento metri di altezza. Nonostante sia un piccolo gioiello in ogni suo angolo, la parte più famosa e sempre fotografata da chi arriva sul posto, è la facciata del Tesoro, con un interessante stile ellenistico come tradizione del vicino Oriente.

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Slovacchia: il castello del pozzo dell’amore

La Slovacchia è uno Stato membro dell’Unione europea, costituito come repubblica, situato nel centro d’Europa, la cui capitale è Bratislava. Molti ricorderanno la sconfitta ai Mondiali con gli azzurri, ma questa nazione ha tanti motivi per essere ricordata: la Slovacchia è uno dei paesi con il maggior numero di castelli, chateaux e ville in Europa. Si contano ben 425 ville, 180 castelli e chateaux che comprendono anche alcune rovine e testimoniano le colonizzazioni che sono avvenute nel paese durante i secoli. Il castello di Bratislava, è uno dei tre più antichi castelli storici ricoosciuti in Slovacchia, le più antiche tracce di insediamento li rimandano al quinto secolo A.C.

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L’Egitto, Dahab e il Sinai

Si, è vero, oggi è un grande centro turistico, uno dei più attrezzati della costa sud orientale della penisola del Sinai, ma non ha per questo perso il suo carattere interessante che riesce a mixare mare, bellezze naturalistiche e testimonianze a livello storico di notevole importanza. Dahab, che in arabo ha il significato di oro, non si vive quindi soltanto in pareo o in costume, in uno scandire di ore in pieno relax, ma colui che ama invece conoscerne i dintorni di certo non resterà deluso. In ogni caso, chi ha deciso di rimanere a poltrire tra sdraio e sabbia, lasciandosi abbronzare dai raggi solari, non può non scegliere la spiaggia del villaggio beduino di Assalah, dove non mancano anche ristoranti, negozi e bar in cui provare a fumare il famoso narghilè, ascoltare musica a palla o gustare il più delicato sapore del tè alla menta. La città è frequentatissima, poi, dagli amanti del windsurf e, negli ultimi tempi, infatti, si sono moltiplicati i centri che propongono corsi, uscite organizzate o noleggiano l’attrezzatura adatta a questo tipo di disciplina. I più temerari possono provare anche il cosiddetto Kamikaze, con il vento che alza le onde anche di tre metri.

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Racconti di viaggio: vivere con i Masai, nei pressi dello Tsavo East

Quando arrivi nel loro villaggio, frastornata da voci contrastanti che confermano o smentiscono la loro presenza in questa parte di Africa solo per “allietare” i turisti, ti rendi conto che, in fondo, che siano veri o no tali racconti metropolitani, quella dei Masai rimane la tribù simbolo di tutto il Kenya. Non ci sono regioni, ma solo gruppi etnici, molti dei quali ormai passano quasi del tutto inosservati perchè si vestono “all’occidentale” e, con il tempo, hanno assunto pure molti attegiamenti o preferenze europee. Come quella degli abiti griffati che, da queste parti sono un must: un dato curioso e al limite, se si pensa che in molti ancora adesso non possiedono le scarpe, vivono nella foresta e, quando sono fortunati guadagnano uno stipendio fisso che non supera i 150 euro mensili. I mezzi di trasporto, poi, sono superflui e c’è anche chi percorre quotidianamente moltissimi chilometri per giungere sul posto di lavoro. I Masai no, invece, perchè la loro vita e le loro tradizioni sono gelosamente conservate e tramandate di generazione in generazione e, del resto, è impossibile non riconoscerli con le tipiche stoffe rosse e blu e carichi, fino all’esagerazione di collane e monili di perline che preparano loro stessi. Si scorgono in città mentre comprano le pietre colorate da utilizzare e poi montate dalle donne, con un preciso valore simbolico che varia a seconda delle occasioni.

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