La Sicilia e il barocco: viaggio nell’arte della Trinacria

L’area prettamente culla del barocco in Sicilia sta vivendo una vera e propria rinascita ultimamente in termini di visite. Purtroppo tale boom non sempre è da attribuirsi all’arte stessa, ma se è vero che il fine giustifica i mezzi allora meglio vederne l’aspetto positivo. Si perchè l’area della Trinacria in questione, è quella orientale, praticamente dove vengono girate le puntate del commissario Montalbano. La “sua” casa, ad esempio, meta di un vero e proprio pellegrinaggio, si trova a Punta Secca, a Ovest di Marina di Ragusa. Un giro ideale che si snoda attraverso questa pregevole forma artistica, può però continuare alla volta di Ragusa Ibla, la parte vecchia della città un pò staccata.

Si trova tra due colline dove non vi mancheranno le visite alle molte chiese, veri scrigni carichi di testimonianze del barocco locale. A cominciare dal Duomo di San Giorgio, il tempio religioso con la scalinata che si vede spesso nel classico telefilm. Si continua con Modica, con i palazzi barocchi affacciati su Corso Umberto I prima di giungere al Duomo di San Pietro. Qui pure non manca il Duomo di San Giorgio che vanta tra l’altro lo stesso architetto e struttura simile a quella di Ragusa, ma l’effetto è grandioso.

A Siracusa, nel Parco Archeologico di Neapolis, è proprio da vedere o meglio da “ascoltare” il cosiddetto orecchio di Dionisio. Si tratta, nello specifico, di una caverna artificiale legata ad una leggenda. Si dice che qui, infatti, Dionigi, il tiranno di Siracusa  vi rinchiudesse i prigionieri e sfruttando la buona acustica del sito,  ascoltasse le loro conversazioni per anticiparne le mosse e acquisire nuove informazioni. Tuttavia il termine orecchio, è diventato di uso comune dopo che Caravaggio vedendo l’area prese  a chiamarla così. Alle spalle troviamo il Teatro Greco ottimamente conservato e tutto esposto al sole durante la giornata. Ortigia, infine,è fatta da stradine ricche di case con interessanti balconi. Nella Piazza del Duomo si trova il Palazzo Municipale, la sede vescovile e il Duomo e Santa Lucia. Il primo è costituito da un insieme di stili, Santa Lucia, invece, ospita una tela del Caravaggio, la Sepoltura di Santa Lucia.

A proposito di Ortigia

Si dice che il nome dell’isola derivi dal greco antico e significhi “quaglia”. Ha una conformazione geologica particolare ed è composta da una roccia con fratture naturali. In questo modo, nel tempo, l’acqua ha iniziato a filtrare naturalmente e questo spiega perché sia collegata a livello idrogeologico con la terraferma del siracusano. Secondo gli esperti si troverebbe una falda profonda in corrispondenza di una faglia, attualmente inattiva. Sarebbe carica di acqua, ma in zona comunque è tutto un susseguirsi di sorgenti e fonti naturali che fuoriescono a livello medio del mare. Un esempio su tutti è rappresentato dalla Fonte Aretusa, uno specchio di acqua dolce che si trova a Ortigia e che giunge al contatto con l’acqua salata del mare. Ma non è l’unico esempio. C’è poi la Fontana degli Schiavi, la Vasca della Regina e l’elenco potrebbe ancora continuare a lungo.

 

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